A chi crede che la lunga storia dei casinò italiani sia già stata scritta e che in teoria non ci sia niente da aggiungere, forse possiamo comunque raccontare cose che non tutti sanno e che abbiamo trovato per voi. Per esempio, alcune bellissime immagini centenarie dei primi casinò italiani. Per noi che amiamo il bianco e nero non per sfizio ma per l'odore del tempo andato, queste immagini ingiallite raccontano una storia loro. Ecco quindi a voi lettori di VegasMaster una storia dei casinò terresti italiani un po' particolare, per chi ha la nostalgia del tempo dei nonni...

Il Casinò di Sanremo

O, più precisamente, il Casinò Municipale di Sanremo. Non è sempre stato il protagonista suo malgrado di notizie di cronaca non del tutto positive. Anzi, il Casinò di Sanremo ha conosciuto anche anni gloriosi ed è di quelli che vorremmo parlare.

Pietro Mascagni (in primo piano) a Sanremo con gli interpreti di Pinotta

Fondato il 12 gennaio 1905 in un edificio in stile Art Nouveau costruito dall’architetto francese Eugène Ferret (che ne fu anche il primo gestore), il casinò aveva come principale merito economico quello di sostenere il bilancio del comune di Sanremo e il costo di lavori pubblici a fronte della concorrenza dei temibili e rinomati casinò della vicinissima Costa Azzurra. Tuttavia, fino al decreto del 1927, l'attività di gioco fu solo parziale e limitata ad alcune sale per i soci del Circolo Privato. Gli annali dicono che il bilancio di quegli anni era decisamente in perdita, anche per la concorrenza di altre sale da gioco a Ospedaletti, Bordighera, Rapallo ed in altre località della regione.

Pietro Mascagni al torneo di scopone nel 1938 (foto moreschiphoto.it)

Pietro Mascagni al torneo di scopone nel 1938 (foto moreschiphoto.it)

Il casinò di Sanremo ha diviso fin dagli inizi la sua attività tra eventi culturali e gioco d'azzardo. Non per nulla il casinò si avvalse della collaborazione di Pietro Mascagni e Luigi Pirandello per l'organizzazione dei famosi Lunedì letterari. "Pinotta", un idillio in 2 atti composto da Mascagni fu rappresentata con successo per la prima volta al Casinò di Sanremo: la prima esecuzione fu eseguita il 23 marzo 1932 al Teatro del Casinò, sotto la direzione del maestro Mascagni in persona, peraltro gran giocatore di scopone.

Luigi Pirandello dirige le prove della Compagnia Stabile di Sanremo

Luigi Pirandello dirige le prove della Compagnia Stabile di Sanremo, di cui è direttore artistico (foto moreschiphoto.it)

 

Il Casinò di Sanremo chiude con l'entrata in guerra il 10 giugno del 1940 e esce indenne dalla catastrofe e dall'occupazione tedesca. La casa da gioco riprende l’attività sette mesi dopo la fine del conflitto. Il Casinò è stato per molti anni (fino al 1976) sede del Festival di Sanremo.

Claudio Villa con i valet nella sala conta, al Festival di Sanremo del 1958

Claudio Villa con i valet nella sala conta, al Festival di Sanremo del 1958 (foto moreschiphoto.it)

Tra i visitatori illustri del casinò: il re Faruk, che negli Anni 50 durante un poker si autoproclamò quarto re, avendone in mano altri tre (senza essere contestato); Re Gustavo Di Svezia, Re Leopoldo del Belgio, il Principe Ranieri e Grace di Monaco; Vittorio De Sica, che scherzando sulle somme perse diceva di meritare di dare il suo nome alla torretta del casinò; Edoardo e Peppino De Filippo, oltre a tanti altri.

 

Il casinò di Campione d'Italia

Il casinò Municipale di Campione d'Italia, l’unica exclave italiana in territorio svizzero, nasce nel 1917: in quell'anno, in Europa, quasi tutti si fanno la guerra, alcuni fanno la rivoluzione, ma a Campione si gioca al casinò, attività meno cruenta e certamente più divertente. Il progetto fu opera dell’architetto Amerigo Marazzi e le decorazioni interne del pittore Girolamo Romeo. La leggendaria storia dei casinò racconta che l'apertura della nuova sala da gioco serviva a camuffare un'operazione di spionaggio, favorita dalla posizione geografica: un po' in Italia, un po' in Svizzera, un po' in provincia di Como, ma sicuramente sul Lago di Lugano, detto anche Ceresio: un po' qui e un po' lì, come si addice alle spie internazionali. Non per nulla quindi dopo la fine del conflitto il casinò di Campione d'Italia interruppe la sua attività per riprenderla il 2 marzo 1933.

Il casinò di Campione d'Italia

Il casinò di Campione d'Italia - sala giochi

Il nuovo casinò di Campione d'Italia è basato ora nei nuovi saloni, ricostruiti nel 2007 in uno spazio molto più moderno, opera dell’architetto Mario Botta. Il nuovo casinò conta nove piani e 55.000m² di superfice.

Tra i numerosi eventi culturali tradizionalmente ospitati dal Casinò di Campione c'è la Maschera D’Argento, chiamato anche il "Premio Oscar Internazionale dello Spettacolo", assegnato per lungo tempo sotto la guida del direttore artistico Dino Siani. Le Maschere d'Argento, nella loro decennale storia, hanno premiato personaggi come Federico Fellini, Renzo Arbore, Kabir Bedy (il famoso Sandokan), Massimo Ranieri, Eduardo De Filippo, Oreste Lionello, Liz Taylor, Alberto Sordi, Walter Chiari, Delia Scala, Anita Ekberg, Giorgio Armani, Antonello Falqui, Giuseppe Tornatore, Maria Callas, Horst Tappert (più noto come l'ispettore Derrick) e perfino i calciatori Bettega e Zambrotta.

Il Casinò di Venezia

Gianpietro Zanotti Nobili al gioco delle carte

Gianpietro Zanotti: Nobili al gioco delle carte

Come noto, il Casinò Municipale di Venezia sono in realtà due, ma cominciamo dal primo, quello tradizionale di Ca' Vendramin Calergi, considerato oggi la più antica casa da gioco in Italia e nel mondo, fondata nel lontano nel 1638. Il Casinò di Venezia Ca' Vendramin Calergi si trova a Cannaregio e si dice che fu l'ultima dimora di Richard Wagner, di cui sono noti i sei soggiorni veneziani. Dal 13 febbraio 1995 la stanza del piano mezzanino dove visse e compose Wagner è stata affidata dal Comune all'Associazione Richard Wagner di Venezia. Oggi lo spazio è dedicato al Museo Wagner, aperto al pubblico in ricordo del musicista e del suo amore per Venezia.

Museo Wagner - Casinò di Venezia

Museo Wagner - Casinò di Venezia

A partire dal 2003, anche le stanze adiacenti sono state adibite a museo e ospitano la collezione di Josef Lienhart: è la più grande collezione privata dedicata al compositore tedesco, dopo quella di Bayreuth, e vi si trovano documenti, quadri, manifesti, spartiti, lettere, dischi, litografie e altri cimeli.

Quanto al Casinò di Venezia Ca' Noghera, si trova nei pressi dell’aeroporto Marco Polo di Venezia - Tessera, a nord-est di Mestre. Aperto nel 1999, il Casinò di Ca' Noghera viene considerato il primo casinò all'americana in Italia, con centinaia di slot machines e un'offerta del meglio dei giochi americani, inclusi giochi di poker come Texas Hold'em e Caribbean Poker.

Maglie del Foot Ball Club Unione Venezia

Maglie del Foot Ball Club Unione Venezia

Le due sedi del Casinò Municipale di Venezia sono tuttora luoghi di intrattenimento e di svago. Il Casinò di Venezia è anche lo sponsor della squadra di calcio locale. Se è vero che il logo del casinò fa ottima impressione sulle maglie, i risultati sportivi lasciano a desiderare: basti dire che la partita del giorno in cui scrivo si gioca in Prima Divisione di Lega Pro (l'ex Serie C) e sul sito del club Unione Venezia viene descritta come la "delicata partita di domenica 13 Aprile contro il San Marino", manco fosse il Bayern di Monaco. Molti casinò online hanno invece preferito diventare sponsor di squadre che militano in categorie più prestigiose.

Il Casinò di Saint Vincent

Casinò Municipale di Saint Vincent

Casinò Municipale di Saint Vincent

Il primo tavolo di roulette di Saint-Vincent fu aperto nel salone del Kursaal nell'estate del 1921 per iniziativa del sindaco  Elia Page. La vocazione del Casinò Municipale di Saint Vincent era quella di procurare fondi alla municipalità per sostenere i lavori di ricostruzione dopo la prima guerra mondiale. Non era la prima volta che si giocava a Saint-Vincent, ma nel secolo precedenti si trattava di giochi di biliardo, organizzati per intrattenere gli avventori delle famose Terme di Saint-Vincent.

Rieletto sindaco anche dopo la seconda guerra mondiale, Elia Page ottenne dal Presidente del Consiglio della Valle d'Aosta Federico Chabod il decreto d'apertura del Casinò de la Vallée, accordato il 3 aprile del 1946 in attesa che lo Statuto Speciale del 1948 definisse competenze e poteri della regione autonoma della Val d'Aosta. L'articolo di legge al quale faceva appello il decreto era principalmente destinato a favorire il turismo regionale, ma le autorità locali trovarono il modo di utilizzarlo per autorizzare l'istituzione di una casa da gioco, con una concessione della durata di vent'anni.

In seguito, bastarono 40 giorni per ottenere l'approvazione del Casinò di Saint Vincent da parte del Consiglio regionale e altre due settimane per fissare la distribuzione degli eventuali proventi della nuova attività. dieci mesi dopo, il 29 marzo 1947, tre clienti piemontesi furono testimoni attivi dei primi giri di ruota della roulette del Casinò de la Vallée. La storia dei casinò (o forse la loro leggenda) dice che il primo numero uscito fu il 9. Da allora, è facile immaginare che siano usciti tutti una moltitudine di volte.